Per crisi epilettica si intende un disturbo accessuale e transitorio delle funzioni neurologiche sostenuto da una scarica neuronale epilettogena.
Per epilessia si intende una condizione cronica legata ad eziologie diverse caratterizzata da crisi epilettiche ricorrenti. La ripetizione degli eventi nel tempo è condizione necessaria per la diagnosi e quindi una crisi isolata (o due crisi nell’arco di 24 ore, che assumono lo stesso significato) non costituisce epilessia. Tuttavia una singola crisi accompagnata dall’evidenza di lesioni cerebrali (ad esempio deficit all’esame neurologico o alterazioni strutturali allo studio neuroradiologico) oppure da anomalie epilettiformi all’elettroencefalogramma (EEG) possono orientare verso una diagnosi di epilessia.
Per crisi occasionali si intendono una o più crisi epilettiche provocate da una condizione patologica acuta; se le crisi avvengono nella prima settimana si parla di crisi precoci.
Per sindrome epilettica si intende una entità nosografica ben distinta costituita da specifiche caratteristiche cliniche che includono il tipo di crisi, l’eziologia, i dati EEG, l’esame neurologico, la prognosi e, in alcuni casi, la risposta a specifici farmaci antiepilettici.
Per epidemiologia si intende la distribuzione della epilessia in una determinata popolazione e in un intervallo di tempo definito.
Per eziologia si intende la causa che ha provocato la epilessia.
Per qualità di vita si intendono le conseguenze che l’epilessia ha sullo stile di vita del paziente, e sulle sue prospettive familiari e lavorative, sulle sue aspettative di miglioramento delle conoscenze e della istruzione, sulle sue attività di svago a cominciare dallo sport. Molto semplicemente, nell’adulto, sulla capacità e possibilità di guidare un’automobile.
Anche se le circostanze mutano di molto, queste definizioni non differiscono fra bambino, adolescente e adulto.