Come prevenire l’epilessia

L’epilessia è provocata:

1) da una predisposizione costituzionale, genetica;
2) da una lesione della corteccia cerebrale.

La predisposizione costituzionale riguarda soprattutto le epilessie generalizzate idiopatiche, che sono trasmesse ereditariamente, attraverso i geni. La tendenza genetica viene ampiamente condizionata dalle circostanze ambientali, cosicché anche nelle forme ereditarie più comuni (come l’epilessia mioclonica giovanile idiopatica) non più del 5-8% dei figli di un genitore affetto svilupperà crisi epilettiche. Le malattie genetiche non consentono per ora misure preventive; solo in alcune specifiche patologie in cui la trasmissione ereditaria è sicuramente accertata e ad alto rischio, come in alcune malattie metaboliche (per esempio le epilessie miocloniche progressive) o nelle facomatosi (per esempio la sclerosi tuberosa), vanno suggerite misure eugenetiche per evitare la nascita di bambini con elevata probabilità di sviluppare la patologia responsabile dell’epilessia.

Le lesioni della corteccia cerebrale sono alla base delle epilessie parziali sintomatiche e della maggior parte delle epilessie parziali criptogenetiche (cioè a causa ignota). Sono la conseguenza di eventi morbosi della più varia natura. Alcuni, come le malformazioni vascolari o i focolai di displasia corticale, sono congeniti e legati a eventi morbosi che avvengono in gravidanza; altri, come la sofferenza cerebrale da mancanza di ossigeno nel sangue, hanno la massima incidenza al momento del parto e nei primi minuti dopo il parto; altri ancora, come i tumori, si verificano nella vita postnatale per cause ignote; altri infine conseguono a patologie neurologiche riconducibili a cause ben identificate, che possono essere in qualche misura prevenute e trattate con successo

La prevenzione dell’epilessia consiste perciò nell’evitare o nel limitare le lesioni del cervello. Questo può essere realizzato mediante condotte accorte, atte a eliminare o ridurre i pericoli connessi alle più comuni situazioni “a rischio”. Le misure cautelative più facilmente realizzabili sono:

  • nella vita prenatale mirare ad un regolare decorso della gravidanza, evitando fumo, alcol, sostanze tossiche e alcuni medicamenti quali la doxiciclina, enalapril, metotrexate, tetraciclina, warfarina, ecc.; evitare anche i rischi di traumi addominali connessi ad alcune attività sportive e alla guida dell’auto;
  • al momento del parto controllare la posizione del feto e realizzare le condotte atte ad una regolare fase espulsiva, inclusa la possibilità di un parto cesareo in urgenza;
  • nei primi minuti di vita postnatale garantire la respirazione del neonato e attuare rapidamente le eventuali misure rianimatorie;
  • nell’età neonatale evitare le febbri troppo elevate mediante farmaci antipiretici come il paracetamolo (Tachipirina) e in caso di convulsioni tenere pronte le microperette di diazepam se la convulsione si prolunga per più di 5-10 minuti;
  • nell’età adolescenziale limitare il rischio di lesioni traumatiche dell’encefalo, che costituiscono una delle eziologie più frequenti. Nella guida è fondamentale l’uso e il corretto posizionamento del casco, sia nei motociclisti (per i quali è obbligatorio) che nei ciclisti, molto esposti a eventi traumatici; gli sport a rischio di trauma sono lo sci (è imperativo l’uso del casco!) e ovviamente il pugilato, pratica per eccellenza “anti-neurologica”, i cui danni sono parzialmente limitati nei dilettanti dal casco protettivo;
  • nell’età adulta la prevenzione e il pronto trattamento delle patologie neurologiche infettive, circolatorie e metaboliche, condizioni morbose che consentono efficaci interventi preventivi e curativi atti a evitare o ridurre il danno corticale;
  • a tutte le età l’uso delle cinture durante gli spostamenti in auto e la prudenza in attività pericolose come il nuoto subacqueo con bombole di ossigeno.
  • Non è invece giustificato l’uso di farmaci antiepilettici per prevenire lo sviluppo di un focolaio epilettogeno dopo lesioni accertate della corteccia. I farmaci antiepilettici infatti sono efficaci nel prevenire i sintomi della epilessia (cioè le crisi), ma non hanno la capacità di prevenire l’epilettogenesi, cioè il processo che genera la ipereccitabilità neuronale alla base delle crisi. È inutile quindi trattare con farmaci antiepilettici i pazienti portatori di lesioni cerebrali traumatiche o circolatorie se non hanno mai presentato crisi. L’epilessia si svilupperà comunque (anche se in non più del 2-3% dei casi dopo traumi o lesioni vascolari), e le crisi potranno comparire malgrado la terapia (se le dosi del farmaco antiepilettico sono mantenute a basso livello), o quando le terapia viene sospesa (se il farmaco è mantenuto ad alti dosaggi e determina effetti collaterali fastidiosi).